Nelvento

Nel Vento

«Nel nome di Dio, nel nome di Jahvé
ho difeso la Terra, la Terra di Mosé.
Contro i terroristi, contro questi ladri
ho difeso la Terra, la Terra dei miei padri.»

«Nel nome di Allah e nel nome di Maometto
ho difeso la Terra, ho difeso il mio tetto.
Contro gli invasori, contro questi ladri
ho difeso la Terra, la Terra dei miei padri.»


« Col mitra in mano e la Bibbia nel cuore
ho ucciso gente, ho creato dolore.
A Sabra e Shatila e in altri paesi
ho fatto stragi di palestinesi.»

«Le bombe addosso e il Corano nel cuore
ho ucciso gente, ho creato dolore.
A Gerico, a Hebron da solo o con i miei
ho fatto stragi, ho ucciso Ebrei.»


«Un lampo, un botto e ora sono nel vento.
Nel vento con me tanta gente in quest'evento.
Un lampo, un botto poi tutto è finito,
ti crolla un mondo, ti crolla un mito.»

«Non ho più un colore, or che son morto,
non ho una divisa né un passaporto.
Nel vento, tutti sappiamo, ormai, la verità...
c'è una razza sola: l'Umanità.»

(Pino Bullara)

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venerdì 30 aprile 2010

Ettore


Non Achille è stato il mio eroe. Ho sempre apprezzato
l'umano Ettore, preferendolo all'iracondo semidio Pelide.


Ettore


Di Ettore, o Diva, fammi cantare;
del suo eroismo aiutami a narrare.
Con che coraggio affrontò la sorte!
Come Achille gli inflisse la morte!


C'era rancore nel cuor del Pelide
per dissapori avuti col re Atride.
Il fato arrideva in campo troiano,
offeso, Achille non muoveva mano.

Ettore, ardito, faceva fuoco e faville;
quand'ecco spuntar le armi d'Achille;
senza esitare, l'eroe affrontò il rivale,
convinto che fosse allo scontro fatale.

Del suo nemico presto ebbe ragione,
però grande, poi, fu la sua delusione:
non il Pelide, Ettore aveva annientato,
ma l'amico Patroclo, così camuffato.

Pieno di ira, Achille grida vendetta:
sfidare il troiano a presto si affretta.
A Ilio, sotto la grande fortificazione,
si volgerà la sfida all'ultima tenzone.

Un bacio ad Andromaca e al piccino,
poi Ettore va incontro al suo destino.
Il vero Pelide c'è ora sotto l'armatura:
a uno dei due toccherà morte sicura.

"Il Priamide che il dardo scaglierà,
il figlio di Teti, finalmente, ucciderà".
Non Ettore avrà, però, questa occasione,
sarà, poi Paride a colpirlo nel tallone.

Per lui è in serbo una morte atroce:
ucciso e dilaniato dal "Piè veloce".
Un semidio contrasterà il domatore,
fino a quando il suo corpo avrà vigore.

Atropo porrà fine al combattimento,
tagliandogli il filo, poi, in un momento.
Per dodici giorni ci sarà un gran lutto;
piangerà Ilio: casa reale e popolo tutto.

(Pino Bullara)


Ettore (Nelvento/sito)

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